Covid-19: l’agricoltura non può prendersi una pausa

Confagricoltura Emilia Romagna lancia l’allarme. Manca la manodopera e ci sono operazioni che non consentono di rispettare la regola del droplet. Servono soluzioni operative in tempi rapidi

“L’agricoltura non può prendersi una pausa, ci sono lavori che richiedono immediatezza e risposte che le imprese non possono attendere”. E’ un vero e proprio allarme quello lanciato da Marcello Bonvicini, presidente di Confagricoltura Emilia Romagna che elenca i punti critici delle aziende agricole. “Manca la manodopera a due settimane dall’avvio dei primi interventi manuali nei frutteti, a partire dal diradamento dell’albicocco in Romagna e, a seguire, tutte le altre operazioni colturali. Per dare inizio all’attività agricola abbiamo bisogno di migliaia di lavoratori stagionali, in gran parte provenienti dai paesi dell’Est Europeo, che però adesso potrebbero dirigersi altrove a causa del coronavirus. Quindi occorre reperire soprattutto maestranze locali”.

E ancora “I macchinari per trapiantare le piantine di pomodoro da industria non consentono di rispettare la regola del droplet, la distanza di almeno un metro tra le persone. Ma mantenere tale spazio di sicurezza risulta arduo pure nelle potature oppure all’interno di serre e vivai. Infine, affinché sia garantito l’iter di lavorazione lungo la filiera lattiero-casearia – continua Confagricoltura – stiamo pensando a convenzioni tra caseifici che possano sopperire a eventuali imprevisti o a chiusure delle strutture di conferimento, dovute alla presenza di dipendenti contagiati”.

Insomma la richiesta del mondo agricolo è corale “servono soluzioni operative in tempi rapidi”.