Mattarella a Cesena per i 40 anni di Macfrut

“Con la sua presenza il Presidente ha evidenziato la centralità di un settore eccellenza del made in Italy che coinvolge 300mila aziende per un valore di 15 miliardi di euro” ha sottolineato Renzo Piraccini presidente Macfrut. “Un comparto – ha detto Raffaele Drei presidente Fedagri Emilia Romagna – che va difeso dai cambiamenti climatici e dai provvedimemnti ideologici di Bruxelles”.

Anteprima di prestigio per Macfrut 2023 che questa mattina a Cesena ha vissuto uno dei momenti più alti della sua storia. A rendere omaggio ai 40 anni della Fiera internazionale dell’ortofrutta è stato il Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha incontrato una nutrita rappresentanza di imprese della filiera ortofrutticola.

“Confesso che è stata una giornata di grande emozione per l’attestato di immenso prestigio per Macfrut e più in generale per il sistema ortofrutticolo italiano – spiega il presidente di Macfrut, Renzo Piraccini – Con la sua presenza il Presidente Sergio Mattarella ha evidenziato la centralità di un settore eccellenza del made in Italy che coinvolge 300mila aziende per un valore di 15 miliardi di euro, in una cifra destinata a triplicare se si considera l’intera filiera.”

Macfrut prenderà il via domani alla presenza del Ministro Lollobrigida per una 40° edizione che mette al primo posto innovazione e ricerca fondamentali per dare un futuro a un comparto – ha sottolineato Raffaele Drei, presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, a margine della visita del capo dello Stato “troppo spesso dimenticato e snobbato dalle nostre Istituzioni” Un patrimonio insostituibile del sistema agroalimentare italiano – prosegue Drei – che va valorizzato, salvaguardato e difeso dagli effetti dei cambiamenti climatici e da provvedimenti europei ispirati a ideologie contrarie al mondo agricolo e non avvalorate dalla realtà produttiva”.

“L’Emilia-Romagna si posiziona tra le prime regioni italiane nel comparto ortofrutticolo con 1,2 miliardi di euro di produzione lorda vendibile estesi su una superficie coltivata di 56.691 ettari (dati 2022; Regione E-R). Il sistema cooperativo regionale rappresenta oltre la metà di questo comparto e, grazie alle politiche di aggregazione, ha permesso negli anni a migliaia di piccoli e medi agricoltori di esportare i loro prodotti in tutto il mondo. Tuttavia – avverte Drei – ci sono alcune minacce che mettono a repentaglio la tenuta del sistema ortofrutticolo emiliano-romagnolo e nazionale”.

Una prima minaccia, ragiona il presidente della Federazione regionale che raduna 385 cooperative agroalimentari con 18.400 addetti e un valore della produzione di 9,5 miliardi euro, arriva dagli effetti dei cambiamenti climatici. “Negli ultimi quattro anni, la produzione ortofrutticola emiliano-romagnola è stata pesantemente colpita dalle gelate tardive che anche nelle settimane scorse sono tornate a causare importanti danni, soprattutto alle drupacee – sottolinea Drei -. Va però considerato un elemento: le aziende agricole che hanno investito in sistemi di difesa attiva antibrina, come i cosiddetti ventoloni o gli impianti di irrigazione soprachioma e sottochioma, sono riuscite a salvaguardare buona parte del raccolto. Così come chi ha dotato i propri frutteti di reti anti-grandine è riuscito a proteggersi dalle grandinate verificatesi nelle ultime settimane a macchia di leopardo”. “Gli investimenti nei sistemi di difesa delle piante – incalza Drei – sono fondamentali per proteggere e salvaguardare la produzione ortofrutticola, ma rappresentano un costo che non può essere scaricato solo sulle spalle degli agricoltori. Bene ha fatto quindi la Regione a prevedere risorse per co-finanziare negli anni scorsi tali investimenti, ora ci aspettiamo che arrivino altri bandi in questa direzione. Ne va della tenuta del nostro sistema ortofrutticolo”. Inoltre, sottolinea il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, “è fondamentale intervenire per sostenere le aziende agricole duramente colpite dalle calamità, da un lato facendo ricorso alla legge 102/2004 che prevede ristori e indennizzi, dall’altra velocizzando l’attivazione del Fondo Mutualistico Nazionale AgriCat riservato alle produzioni agricole che subiscono danni catastrofali, a maggior ragione perché si tratta di un fondo alimentato al 30% dagli stessi agricoltori con un prelievo obbligatorio dai contributi della Pac”.

Una seconda minaccia all’ortofrutta arriva da quelli che il presidente Drei definisce “provvedimenti ideologici proposti a livello europeo”, cioè “che si ispirano a ideologie contrarie al mondo agricolo ma che non trovano riscontro nella realtà produttiva italiana”. Il riferimento va in particolare alla proposta di regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) che – tra le altre cose – impone all’Italia di ridurre di oltre il 60% l’impiego di questi prodotti a difesa delle piante entro il 2030. “È un provvedimento insostenibile per il mondo agricolo, proposto senza un adeguato studio di impatto e senza tenere conto del percorso di produzione sostenibile portato avanti in Italia e in particolare in Emilia-Romagna, dove i disciplinari di lotta integrata sono una realtà consolidata da decenni”. Secondo Drei, “le imprese agricole vanno accompagnate in un processo virtuoso di riduzione dell’impatto sull’ambiente, non è pensabile togliere agli agricoltori in un tempo così breve gli strumenti di difesa e protezione delle loro piante senza fornirgli alcuna alternativa. Il risultato è l’abbattimento delle piante e l’abbandono delle coltivazioni a frutteto, come purtroppo già accade, perché i livelli produttivi non sarebbero più sostenibili per nessuna azienda. A quel punto la frutta e la verdura che i consumatori troveranno al supermercato, arriverà soprattutto da Paesi terzi, senza adeguati controlli in termini di qualità, salubrità e tracciabilità; saremo costretti ad acquistare prodotti ortofrutticoli senza alcuna garanzia sulla sostenibilità dei metodi di coltivazione e lavorazione e molto probabilmente a prezzi superiori”.

In conclusione, il presidente regionale di Confcooperative Fedagripesca confida che “la visita di Mattarella e la 40° edizione di Macfrut siano l’occasione per accendere i riflettori sui problemi della filiera ortofrutticola che rappresenta un’eccellenza dell’Emilia-Romagna e del Paese intero che non possiamo permetterci di perdere”.