CLAI compie 58 anni e un messaggio di responsabilità sociale: 100 mila euro per gli ospedali di Imola e Parma

Un compleanno di solidarietà e vicinanza al territorio e alle persone duramente colpite dall’emergenza coronavirus. In occasione del 58° anno di attività, da quel 20 marzo del 1962 in cui venne costituita la Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi, la CLAI, in quest’anno così complesso, ha voluto celebrare l’anniversario con una donazione di 50mila euro all’ospedale di Imola e altrettanti per quello di Parma, città dove risiedono i centri di produzione della cooperativa. Altri segnali importanti sono arrivati sul fronte dell’occupazione, con l’assunzione di 14 persone a tempo indeterminato. E accanto a questo si conferma anche l’impegno nella continua fornitura dei prodotti.

“Festeggiamo 58 anni di storia in una situazione di emergenza che, da un lato rende ancora più evidente come il lavoro sia un valore che rappresenta la dignità della persona – commenta Pietro D’Angeli, direttore generale CLAI – dall’altro rende più urgente la necessità di una nuova economia civile, più cooperativa, che introduca con forza all’interno delle imprese un nuovo concetto di responsabilità. Per noi in CLAI questo si traduce nel prendersi cura degli altri e nell’adottare comportamenti socialmente responsabili bilanciando tra loro la ricerca del profitto, attraverso la qualità e la costanza della produzione e dei servizi, e la centralità della persona e della sua salvaguardia. In virtù di questo, nel mese di marzo abbiamo deciso comunque di procedere con l’assunzione di 14 persone, trasformando i loro contratti in contratti a tempo indeterminato”.

In questo momento così difficile, la CLAI, con tutti i soci e i lavoratori della Cooperativa, non si ferma, garantendo alla distribuzione la continua fornitura dei prodotti e, nel rispetto dell’ultimo decreto del Presidente del Consiglio, anche mantenendo aperti al pubblico i propri punti vendita, le “Macellerie del Contadino”.

“Abbiamo anticipato i provvedimenti governativi – spiega Giovanni Bettini, Presidente CLAI – dandoci regole ancora più severe: smart work per tutte le funzioni aziendali che non richiedano una presenza fisica in azienda, sanificazione frequente, mobilità ridotta, stop alle visite esterne ed interne. La nostra Cooperativa è una famiglia. Ognuno di noi sta facendo la sua parte per assicurare un ambiente di lavoro sicuro e garantire la continuità produttiva. Ce lo chiedono i nostri clienti, i nostri agenti, i nostri fornitori, ma soprattutto ce lo impone la nostra coscienza. Il nostro compleanno è soprattutto segno di un legame fortissimo con i territori in cui operiamo, è un “noi”, legato a quel contesto sociale da cui siamo partiti e che man mano abbiamo ampliato. Per questo il Consiglio di Amministrazione di CLAI ha deciso di effettuare una donazione di 50.000 Euro cadauna agli ospedali che sono coinvolti dei territori in cui risiedono i centri di produzione CLAI a Imola e Parma. Centomila euro complessivi già oggi a disposizione delle realtà ospedaliere che operano in grave emergenza sanitaria e a cui va il nostro pensiero, il nostro ringraziamento, il nostro supporto”.

La storia di CLAI è basata su un legame strettissimo tra le persone e il territorio, permeato da un forte senso di comunità. A testimoniarlo, anche in questo momento particolare, sono i gesti concreti delle persone CLAI.

“Qualche giorno, fa quando abbiamo saputo della chiusura di tutte le mense self-service di Imola e Faenza, – spiega Pietro D’Angeli – abbiamo allestito dei punti ristoro in entrambi i nostri stabilimenti per offrire un pasto ai colleghi. Nell’assoluto rispetto delle regole, vogliamo fare tutto il possibile per superare tutti insieme questo momento di difficoltà”.

“In ultimo – sottolinea il Presidente Bettini – voglio soffermarmi sul “regalo” che lo chef Massimiliano Mascia del Ristorante San Domenico di Imola ha voluto fare a CLAI per questo compleanno attraverso questa piccola torta di pane allestita ad arte con le specialità delle tre aziende che compongono oggi il Gruppo CLAI: un genuino simbolo di festa, di amore al buono e al bello, un riconoscimento al nostro lavoro attraverso una realtà d’eccellenza del nostro territorio, che come tantissime altre realtà locali, oggi più che mai rappresenta la speranza di futuro nostra e del Made in Italy”.