Per contrastare la diffusione della cimice asiatica la Regione Emilia Romagna si affida al Trissolcus japonicus, suo antagonista naturale. La prima tornata di “lanci” sarà effettuata a metà giugno, la seconda è invece prevista per metà luglio.
Obiettivi e cronoprogramma del piano regionale di lotta biologica alla cimice, in contemporanea con analoghi progetti pronti a partire anche in altre regioni italiane, soprattutto al Nord, sono stati illustrati in un webinar organizzato dall’assessorato regionale all’Agricoltura.
La Regione Emilia-Romagna mette dunque in campo la scienza per contrastare la Halyomorpha halys, nome scientifico della famigerata cimice asiatica, originaria della Cina, e per provare a neutralizzarla, o perlomeno a renderla meno aggressivo, “arruola” il suo nemico naturale, appunto la vespa samurai, un minuscolo imenottero, originario anch’esso dell’Asia, innocuo per l’uomo, che riesce a contrastare l’avanzata della cimice grazie alla sua capacità di ridurne il potenziale biotico, ovvero la possibilità di riprodursi senza limiti in condizioni ottimali, parassitizzandone le uova.
In totale saranno oltre 65 mila gli esemplari di vespa samurai che nel 2020 saranno liberati in circa 300 “corridoi ecologici” sparsi in tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nelle zone di pianura e bassa collina dove si trovano le principali aree frutticole che hanno subito i maggiori danni da cimice asiatica. I siti prescelti per il lancio sono aree verdi adiacenti alle coltivazioni (siepi, argini fluviali, boschetti, ecc.) dove non vengono eseguiti trattamenti chimici e che quindi sono particolarmente adatti all’insediamento e al ripopolamento della vespa samurai.
I primi nuclei del Trissolcus japonicus saranno prelevati in questi giorni dal Crea di Firenze, unico laboratorio autorizzato in Italia per la riproduzione dell’insetto-amico, per essere poi affidati a quattro centri di moltiplicazione presenti sul territorio regionale.
Si tratta dell’Università di Bologna e di quella di Modena e Reggio Emilia e di due centri di saggio: il Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore (Bo) e Agri 2000 di Bologna. Queste quattro strutture per tutto l’inverno hanno raccolto e immagazzinato migliaia di uova di cimice che saranno “inseminate” con quelle della vespa samurai per far nascere gli adulti del Trissolcus japonicus.
Il progetto messo a punto dal Servizio fitosanitario regionale, in stretto coordinamento con i tecnici sul territorio, i ricercatori universitari e le associazioni dei produttori, prevede due lanci per sito, con 110 insetti per lancio, di cui 100 femmine e 10 maschi, per un totale appunto di oltre 65 mila esemplari. Sulla carta i periodi più indicati per effettuare i due lanci sono stati individuati a metà giugno e metà luglio. Per decidere il momento più favorevole per i lanci è stato attivato un sistema di monitoraggio per stabilire quando sarà presente il picco di ovature di cimice da parassitizzare.
Nel corso del convegno è stata comunque ribadita l’importanza di non abbandonare gli altri strumenti di difesa contro la cimice, integrando strategie di difesa attiva con l’installazione negli impianti frutticoli delle reti protettive. Le indicazioni del coordinamento regionale per la difesa delle colture sono diramate settimanalmente tramite gli appositi bollettini di produzione integrata e biologica, disponibili anche sul sito del Servizio fitosanitario regionale. Invece per aiutare le aziende a dotarsi di reti anti-insetto la Regione ha già varato tre bandi ad hoc che hanno messo a disposizione degli agricoltori circa 15,4 milioni di euro di contributi nel triennio 2017-2019.
Per quanto riguarda l’indennizzo dei danni alle colture (melo, pero, pesco, nettarina e kiwi) causate della cimice, si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento che dichiara lo stato di eccezionalità dell’evento, dopodiché scatteranno i 45 giorni per la presentazione delle domande di indennizzo, per le quali la Regione Emilia-Romagna ha già messo a punto una procedura on line con un applicativo specifico per la presentazione delle istanze. A disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutto il territorio delimitato a livello nazionale.