Rispetto ad altri comparti produttivi, il settore primario è quello che ha mostrato una maggiore resilienza. In aumento la produzione globale di cereali e di latte, così come i prezzi delle principali commodity agricole. L’agricoltura e la meccanizzazione strategiche per il sostentamento della popolazione, ma la pandemia frena il mercato europeo e italiano delle macchine agricole, possibile un recupero nei prossimi mesi
L’emergenza Covid ha dato una nuova centralità all’agricoltura che, a differenza di altre attività produttive, ha mostrato una maggiore resilienza rispetto alla pandemia. In un contesto globale caratterizzato dalla flessione generalizzata di molti comparti, che si è tradotta in un sensibile calo del PIL mondiale (a fine anno -4,5% secondo l’OCSE), il settore primario ha invece accresciuto la propria capacità produttiva. Lo segnala Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, l’associazione italiana dei costruttori di macchinari per l’agricoltura, che in occasione dell’Assemblea annuale della Federazione, svoltasi a Bologna, ha fatto il punto sui principali trend del settore primario e del mercato delle macchine agricole.
Secondo stime della FAO – ha evidenziato il presidente di FederUnacoma – nel 2020 la produzione cerealicola globale dovrebbe raggiungere il valore record di 2.756 milioni di tonnellate (+2,2% sul 2019) con un incremento anche per la domanda (+2,4%) e per il commercio mondiale (+1,6%). In positivo anche la produzione di latte (+0,8%), mentre la carne registra una flessione dell’1,7% a causa di fattori contingenti. Crescono anche i prezzi delle principali commodity, con carne, pollame e riso che nell’anno registrano incrementi, rispettivamente, dell’8,3%, del 7,7% e dell’8,2%.
L’insicurezza alimentare creata dalla pandemia – secondo la FAO entro il 2020 il numero di persone sottonutrite potrebbe crescere di 130 milioni – e la crescente domanda di prodotti alimentari nelle diverse aree del mondo assegnano all’agricoltura, e con essa alla meccanizzazione agricola, un ruolo sempre più strategico anche per garantire la stabilità sociale.
«In questo scenario – ha detto il presidente di FederUnacoma – le macchine agricole sono uno strumento imprescindibile per il potenziamento della produzione e un presidio del territorio. Infatti, grazie alle attività di ricerca e di innovazione delle nostre industrie, i mezzi meccanici di oggi impiegano tecnologie sempre più “eco-friendly”, in linea anche con le priorità politiche formulate dalla Commissaria europea Ursula Von DerLeyen».
Nonostante questo ruolo strategico, oggi il mercato mondiale della meccanizzazione vive una fase di transizione, con andamenti diversi da Paese a Paese. Il primo semestre dell’anno vede un incremento delle vendite di trattrici negli Stati Uniti (+10,4%) e in Russia (+7%), una certa stabilità in Canada (+0,3%) e una battuta d’arresto in Brasile (-5%). Le flessioni più consistenti si registrano sui mercati asiatici: Giappone (-29,5%), Corea (-7,3%) e soprattutto India (-11,3%). Caso a sé stante quello della Turchia, che registra un incremento del 75% come rimbalzo dopo il crollo degli ultimi anni. Il segno meno prevale in Europa dove la contrazione del mercato è stata pari al 12,1%, in ragione di 68.831 trattrici immatricolate.
In negativo, poi, il mercato italiano anche se il mese di agosto segna un leggero recupero rispetto al dato semestrale, portando il passivo dei primi otto mesi dell’anno al 15% (a giugno era al 18%). Nonostante il clima d’incertezza, il dato di agosto sembra prefigurare una possibile inversione di tendenza, che trova conferma per l’Europa come per l’Italia nelle recenti indagini di clima condotte dal CEMA, l’associazione europea dei costruttori.
«Per traghettare il settore fuori da questa congiuntura – ha aggiunto Malavolti – è fondamentale far valere il ruolo strategico della meccanica agricola. In Italia c’è bisogno di un sistema di incentivi che aiutino la ripresa del mercato, soprattutto in un’ottica di rinnovamento e di innovazione tecnologica; un sistema che proceda secondo una programmazione di lungo periodo, indipendente cioè da contingenze economiche e politiche».
Nei mesi scorsi FederUnacoma ha presentato al Governo un piano pluriennale di incentivazione per l’acquisto di mezzi meccanici nuovi. Oggi questa azione si rinnova con la richiesta di destinare al settore della meccanica agricola una parte dei fondi stanziati nell’ambito del Recovery Fund.