Agricoltura 4.0: +22% in Italia nel 2019

Nel  2017 il mercato dell’agricoltura 4.0, in Italia, valeva 100 milioni di euro, nel 2019 è arrivato a 450 milioni. I dati forniti dall’ Osservatorio Smart Agrifood

Nel 2019 il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è cresciuto del 22% rispetto all’anno precedente raggiungendo un valore di 450 milioni di euro, equivalente al 5% di quello mondiale.  Nel 2018 si era fermato a 370 e nel 2017 non superava i 100 milioni di euro. Sono i primi, eclatanti dati emersi al recente convegno dal titolo “Il digitale è servito! Dal campo allo scaffale la filiera agroalimentare è sempre più smart”, organizzato dall’Osservatorio Smart Agrifood della School of management del Politecnico di Milano e dal Laboratorio Rise (Research & innovation for smart enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.

“Grazie alle soluzioni smart – ha detto Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood –  36% degli agricoltori che le utilizzano hanno dichiarato di essere riusciti a semplificare la loro attività, mentre l’impiego di macchinari tecnologicamente avanzati favorisce un minor utilizzo di gasolio: in media -10 lt./ettaro, un risparmio di 6euro/ettaro e circa 30 kg/haCO2 in meno, a cui si aggiunge un calo tra il 10 e il 15% di fertilizzanti e antiparassitari. Non solo. L’introduzione della ricetta elettronica in allevamento, avvenuta all’inizio del 2019, ha favorito una gestione più attenta e razionale del farmaco con un vantaggio per il bestiame allevato soprattutto in termini di benessere animale”.

Parlare di Smart Agrifood significa anche parlare di Startup, che oggi nel mondo ammontano a 737 unità per un totale in valore di 13,5 miliardi di dollari. L’Europa copre il 31% (8% in valore) e si posiziona al secondo posto dietro il Nord America che detiene una quota del 39% e un valore del 37% del totale. “Più nello specifico – ha spiegato il condirettore dell’Osservatorio Smart Agrifood, Andrea Bacchetti – gli ambiti applicativi delle Startup Smart Agrifood riguardano l’eCommerce con una percentuale del 70%; l’Agricoltura 4.0 (20%); la qualità alimentare e la zootecnia 4.0 (entrambe per il 4% ciascuna); la sostenibilità e la tracciabilità (2% ognuna) e la logistica (1%).

Ma l’innovazione tecnologica non si ferma qui. La tracciabilità del percorso del prodotto alimentare dal campo alla tavola del consumatore ha un ruolo fondamentale anche perché può favorire una maggiore e migliore efficienza dell’intera filiera. La maggioranza delle soluzioni innovative offerte sul mercato italiano riguardano il Blockchain, pari al 43% dell’intera offerta, che nel solo 2019 sono cresciute del 111% e contano attualmente su 82 progetti internazionali:  l’11% di essi sono italiani. “I progetti di Blockchain nel settore dell’agroalimentare – ha spiegato Chiara Corbo – hanno coinvolto nell’84% dei casi gli operatori del settore primario, mentre se consideriamo i principali promotori di queste iniziative troviamo le imprese che lavorano nella distribuzione (26%) e nella trasformazione dei prodotti (21%)”.

Agrinnovation, digitalizzazione, sostenibilità, efficienza produttiva. Il futuro dell’agrozootecnia ruota su questi pilastri e le Fiere Zootecniche di Cremona ne interpretano il valore e l’importanza. Saranno loro i protagonisti della prossima edizione della Fiera Internazionale del Bovino da latte che si terrà a Cremona dal 28 al 31 ottobre 2020, unico evento specializzato a livello nazionale e tra i più importanti a carattere internazionale che mai come ora, con i cambiamenti dettati dall’emergenza coronavirus, si impone come punto di riferimento esclusivo per uno dei settori trainanti dell’economia nazionale.