Il mercato Italia segna nei primi nove mesi dell’anno un calo complessivo del 12%, e in base alle elaborazioni di Comagarden si prevede una chiusura d’anno intorno a -7%. L’inflazione riduce la propensione all’acquisto di mezzi per il gardening, soprattutto da parte del vasto pubblico dei privati e degli hobbisti.
Il mercato delle macchine e attrezzature per il giardinaggio e la cura del verde registra un calo complessivo del 12% nei primi nove mesi dell’anno. Ad eccezione di poche tipologie di mezzi che segnano incrementi rispetto ai nove mesi del 2022 – vedi le tagliasiepi (+12,7%), i decespugliatori/linetrimmer (+16.8%), i soffiatori/aspiratori (+2,8%), i ride-on professionali (+28%) e i biotrituratori (+5%) – la gran parte delle altre tipologie segna passivi più o meno accentuati. I rasaerba calano del 23%, le motozappatrici del 26%, i decespugliatori a scoppio del 14% e le motoseghe del 12%. L’andamento climatico dell’anno – caratterizzato da temperature elevate e scarse precipitazioni – ha penalizzato in modo vistoso gli spazzaneve, che a fine settembre accumulano un passivo del 53%.
Questi dati – forniti dal gruppo di rilevamento statistico Morgan che comprende la gran parte delle case costruttrici – costituiscono la base per le previsioni elaborate dall’associazione di categoria Comagarden, che stima a fine anno un passivo pari al 7%. Il numero complessivo di macchine e attrezzature vendute dovrebbe attestarsi, nel bilancio conclusivo, intorno ad 1 milione e 263 mila unità. In termini numerici, le tipologie di mezzi più acquistate saranno le motoseghe (328 mila unità previste), i decespugliatori a scoppio (212 mila) e i rasaerba (208 mila).
Il mercato del gardening – ricorda Comagarden – ha avuto notevoli incrementi nel periodo della pandemia, come conseguenza della maggiore permanenza delle persone nelle proprie case e della maggiore attenzione per uno stile di vita salutistico e legato alla natura. Nell’anno in corso, tuttavia, si nota una minore propensione ad investire nel settore, in parte per il ritorno a condizioni di vita più ordinarie in parte per l’inflazione, che riduce il potere di acquisto delle famiglie e porta a procrastinare gli investimenti nelle attività di tipo hobbistico.