Confagricoltura Bologna, 2024 difficile tra clima e mercati

Il presidente Davide Venturi fa il bilancio dell’annata agricola 2024 e indica le principali sfide future per il territorio metropolitano.

Non sono solo le alluvioni a destare preoccupazione nel mondo agricolo bolognese. Le difficoltà produttive, soprattutto in alcuni comparti, persistono da anni facendo perdere redditività alle aziende agricole, e su queste situazioni già compromesse si abbattono gli effetti dei cambiamenti climatici. “Inoltre viviamo una fase di grande incertezza internazionale, tra conflitti nuovi e vecchi e le incognite della nuova amministrazione Trump in USA, che determinano effetti incontrollati sui mercati dove si commercializzano le nostre eccellenze agroalimentari”.

Ad affermarlo è Davide Venturi, presidente di Confagricoltura Bologna, in occasione del tradizionale incontro di fine anno con la stampa organizzato presso l’Azienda Vitivinicola Tizzano sulle colline di Casalecchio di Reno.

“Non possiamo più farci trovare impreparati sulla prevenzione dal dissesto idrogeologico. Dopo le alluvioni del 2023 e soprattutto dopo quelle del 2024 che hanno colpito ancora più a fondo il territorio metropolitano bolognese, è arrivato il momento che le Istituzioni a tutti i livelli mettano a punto un crono-programma condiviso e ben definito degli interventi a tutela del territorio” dice Venturi. “Ora che le campagne elettorali sono finite, il tema della prevenzione dal dissesto idrogeologico deve diventare prioritario per gli amministratori per dare risultati tangibili alle imprese. Solo in questo modo gli agricoltori possono essere messi in condizione di lavorare, investendo risorse e generando così redditività”.

Le ingenti piogge, alternate ai periodi siccitosi estivi, hanno inevitabilmente influenzato anche le diverse campagne agricole riguardanti molte delle filiere presenti sul territorio bolognese. Le bietole e la frutticoltura hanno avuto produzioni ancor più ridotte a causa del maltempo. L’impossibilità di utilizzare alcuni principi attivi per salvaguardare il prodotto, in virtù delle ultime normative europee, ha inoltre compromesso una parte dei raccolti che poteva essere ancora salvabile. A tutto questo bisogna aggiungerci anche le incertezze dei mercati internazionali che si riflettono in maniera importante anche a livello locale.

“Il continuo protrarsi del conflitto in Ucraina e delle diverse guerre in Medio Oriente rende inevitabilmente instabili i mercati. Mi riferisco ad esempio alla campagna cerealicola, da sempre fiore all’occhiello del nostro territorio, la cui produzione è tornata su livelli medi e si è scontrata con l’aumento del costo delle materie prime e l’ingresso di frumento da Paesi al di fuori dell’Unione Europea, i cui prezzi sono sensibilmente inferiori e rischiano di compromettere gli equilibri di mercato”.

Per altre filiere come quella vitivinicola – che ha prodotto di più e con una maggiore qualità rispetto al 2023 – quella del latte alimentare e lattiero-caseari del Parmigiano Reggiano, l’annata che si sta concludendo è stata positiva, ma in questo caso i pericoli potrebbero arrivare presto con la probabile introduzione dei dazi all’importazione della nuova amministrazione Trump negli USA. “È uno scenario che vogliamo evitare ma che appare, purtroppo, sempre più prevedibile soprattutto contro i prodotti lattiero-caseari, almeno stando alle notizie che ci arrivano dagli Stati Uniti d’America, che sempre più apprezza e richiede i nostri prodotti” – afferma Venturi.  “Da questo punto di vista sarà fondamentale che tutte le Associazioni di categoria facciano fronte comune insieme al Governo italiano e all’Unione Europea per garantire alle aziende il giusto supporto”.

Altro tema che tiene con il fiato sospeso il comparto zootecnico regionale e metropolitano è quello della peste suina, sul quale il presidente di Confagricoltura Bologna si attende “un intervento sempre più attento e oculato da parte di Governo e Regione nel prevenire e limitare il diffondersi di questo flagello che può essere devastante per i nostri allevamenti, mettendo a repentaglio una filiera di eccellenza”.

Per quanto riguarda il rapporto con le Istituzioni locali, Confagricoltura continua il dialogo costruttivo con il Comune e la Città Metropolitana di Bologna con l’obiettivo di cambiare la legge urbanistica attualmente in vigore e dare il proprio contributo per un’offerta sempre più ampia e interessante a livello turistico.

“Pensiamo ad esempio – incalza Venturi – al contributo che gli agricoltori possono dare nel fornire risposte all’emergenza abitativa, magari recuperando e rigenerando le centinaia di immobili rurali presenti sul territorio e tuttora inutilizzati, strutture che il Piano Territoriale Metropolitano non consente di inserire nel mercato abitativo a causa di alcuni vincoli che andrebbero rivisti così come andrebbe rivista l’intera Legge Regionale.” Un ruolo di primo piano le aziende agricole sono pronte a giocarlo anche in ambito turistico, per ampliare l’offerta valorizzando maggiormente le eccellenze del territorio e proponendo percorsi esperienziali che possono anche portare ad una migliore gestione dei flussi. “Riteniamo che il mondo agricolo rappresenti un valore aggiunto nelle politiche turistiche, sia in termini di destagionalizzazione che di coinvolgimento di tutto il territorio, dall’Appennino alla pianura. Chiediamo quindi un maggiore coinvolgimento nella loro definizione” conclude Venturi.