L’effetto Coronavirus mette in crisi le aziende agrituristiche emiliano romagnole che stanno registrando l’annullamento delle prenotazioni per il periodo di Pasqua. A lanciare l’allarme Confagricoltura Emilia Romagna
Da sempre il periodo pasquale per l’agriturismo è sinonimo di tutto esaurito, ma quest’anno le cose andranno diversamente.
«Non stiamo parlando di ‘pioggia di disdette’ – precisa Gianpietro Bisagni, presidente degli agriturismi associati a Confagricoltura Emilia Romagna – ma di un totale annullamento delle prenotazioni da parte di clienti italiani e stranieri.”
Il danno è enorme. Basti pensare che in Emilia Romagna sono quasi 1170 le aziende agrituristiche di cui 76 con agricampeggio, 10 mila i posti letto disponibili e 4 milioni e mezzo i pasti somministrati all’anno. Un giro d’affari che ruota attorno a 154 mila turisti con una percentuale di stranieri che si attesta sul 24%.
“L’agriturismo – chiarisce il presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Marcello Bonvicini – è il primo comparto agricolo a lanciare l’allarme rivelando dati che saltano all’occhio, tuttavia siamo preoccupati per gli effetti che questa emergenza si sta trascinando dietro, con inevitabili ricadute sull’immagine complessiva dell’agroalimentare made in Italy nel mondo, perché dall’Emilia Romagna, lo ricordiamo, parte oltre il 15% dell’intero export di food&beverage del Paese”.
Poi invita ad “abbassare i toni affinché l’emergenza sanitaria non si traduca in un vero e proprio incubo per l’economia e la tenuta della struttura sociale”.